sexta-feira, 4 de setembro de 2009

Gli imigrati nel rapporto bankitalia 2008 e le economie regionali

Roma (Migranti-press) – Ampio spazio riserva alla manodopera straniera in Italia il Rapporto Annuale di Bankitalia 2008 (pagg. 123-133): crescono i lavoratori stranieri (200.000 in più nel 2008), ma non tolgono lavoro agli italiani, anzi sembrano aprire maggiori opportunità per gli italiani più istruiti e per le donne.

L’aumento numerico degli stranieri non ha prodotto un peggioramento delle opportunità occupazionali degli italiani, sebbene emergano differenziazioni tra i segmenti della popolazione. “Nostre analisi –afferma Bankitalia – evidenziano in particolare l’esistenza di complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne. Per queste ultime, la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all’assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l’offerta di lavoro. L’afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie può, inoltre, aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani”.

Quanto alla percentuale di popolazione immigrata, il rapporto precisa che è passata dallo 0,6 per cento nel 1991 a quasi il 6 nel 2008. nell’ultimo quinquennio il numero di stranieri residenti è più che raddoppiato, portandosi a 3,4 milioni di persone. Sull’aumento hanno influito la regolarizzazione avviata nel 2002 che ha portato all’emersione di circa 650.000 persone che già lavoravano in Italia e gli ingressi di cittadini europei divenuti comunitari recentemente.

Quanto alla distribuzione degli immigrati sul territorio, l’incidenza della popolazione straniera è oggi molto più elevata nel Centro Nord (quasi l’8 per cento) rispetto al Mezzogiorno (2,1 per cento). In Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna e Piemonte, dove si concentra il 45 per cento della popolazione italiana e si produce poco meno del 60 per cento del valore aggiunto nazionale, risiedono quasi il 70 per cento degli stranieri. L’afflusso di immigrati ha sostenuto la dinamica della popolazione residente, che tra il 2002 e il 2008 è cresciuta del 4,6 per cento.

Però le nuove generazioni di stranieri, che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani. Le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno. Il processo di integrazione economico e sociale degli immigrati migliora con il perdurare della loro permanenza in Italia.

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