Un gruppo di missionarie di Roma appartenenti a 16 comunità diverse tra cui Italia, Spagna, Malta, India e Filippine, segue con apprensione le notizie dal paese. Suor Modica: "Non siete eroine, ma semplicemnte evangeliche"
ROMA – Sono riunite nella capitale per sviluppare ulteriormente un progetto sociale e pastorale “legato all’area del Mediterraneo”, in particolare a fianco delle donne immigrate e rifugiate. Un gruppo di missionarie scalabriniane - provenienti da Portogallo, Francia, Belgio, Spagna e Italia – sta seguendo con apprensione le notizie che provengono dalla Libia e vuole esprimere la sua vicinanza alle religiose rimaste nel paese, riferisce suor Etra Modica. “Ci sentiamo profondamente solidali con voi, che avete optato di rimanere durante questa prolungata crisi socio-politica”.
“Siamo edificate di fronte a questa vostra scelta responsabile e solidale nei confronti degli impegni presi con la consacrazione e con il popolo con il quale condividete la vostra vita – aggiungono le scalabriniane del 'Progetto Mediterraneo', Aissmi -. Di fronte a questo non possiamo trascurare il nostro impegno di sostenervi con la preghiera, con l’appoggio morale ed augurarvi che la vita vinca le atrocità che la minacciano”. “Non siete eroine, ma semplicemente evangeliche e fedeli all’invio ricevuto: custodire coloro che vi sono stati affidati nel nome del Signore Gesù”, concludono, “nite nella fede e nella speranza di giorni migliori per tutti”.
Appartengono a 16 comunità diverse le suore – circa 60 – che hanno scelto di rimanere accanto al popolo libico; sono originarie dell'Italia, ma anche della Spagna, dell'isola di Malta, dell'India e delle Filippine; i cattolici sono circa 100mila in Libia, ma le religiose si occupano anche dei musulmani, soprattutto nei servizi sanitari. Tra gli istituti presenti, quello delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, le Francescane Missionarie di Gesù Bambino, le Piccole Sorelle di Charles de Foucauld. A Tripoli, in particolare, sono rimaste 4 comunità con una ventina di consacrate, tra cui le Orsoline del Sacro cuore di Gesù.
Inoltre, in occasione dell'8 marzo, la “Commissione di giustizia, pace e integrità del creato” del Segretariato dei superiori e delle superiore generali dei religiosi ha formulato una preghiera contro il traffico di esseri umani, tradotta in 14 lingue (si può scaricare al link http://jpicformation.wikispaces.com/EN_8March). “Oggi ricordiamo tutte le madri, le sorelle e le figlie. Sosteniamo il ruolo essenziale di ogni donna in tutto il mondo. Ricordiamo anche le donne che non sono amate e nutrite, tutte le donne in pericolo e tutti coloro che rischiano la vita o abusi di qualsiasi tipo di sofferenza”, scrive il Segretariato, ricordando che “lo sfruttamento dei vulnerabili nel nostro mondo continua. Uomini e donne sono destinati al traffico di esseri umani in ogni parte del mondo, con sofferenze vissute dall'individuo, dalla famiglia e a livello comunitario, indipendentemente dal sesso o dalla geografia. Rivolgiamo i nostri cuori a tutti i nostri fratelli e sorelle che soffrono di privazioni e di umiliazione causati loro da esseri umani attraverso questa forma di sfruttamento”.
“Incoraggiamo tutti i religiosi consacrati in tutto il mondo ad unirsi in preghiera con i nostri fratelli e sorelle, gli amici e i loro collaboratori ovunque – conclude il Segretariato dei religiosi e delle religiose -. Occorre trovare modi per celebrare le donne, consapevoli che continua la sofferenza e la necessità di un cambiamento”. (lab)
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